Quanto costa un figlio? Ecco tutti i bonus

Da anni in Italia è in atto un vero e proprio crollo delle nascite. Alla base di questa situazione c’è, probabilmente, tra i tanti, anche l’aspetto economico visto che mettere al mondo un figlio ha un costo piuttosto elevato. Già dalla gravidanza, tra visite ginecologiche, farmaci e analisi del sangue, secondo i dati di Federconsumatori, si possono anche superare i 2.000 euro. Ma è dopo la nascita del bambino che la famiglia si trova ad affrontare le spese maggiori, con un costo complessivo che tra alimentazione, vestiario e salute si aggira tra i 7.000 euro e i 16.000 euro. Come dimostra questa infografica, realizzata da Money.it, il costo più alto nel primo anno di vita del bambino si sostiene per l’alimentazione, dove tra pappette e biscotti, e quando necessario latte in polvere – se ne vanno dai 2.216 euro ai 4.429 euro. Particolarmente elevata è anche la spesa per visite mediche e farmaci, o per l’acquisto di vestiario.

 

Senza dimenticare che per le famiglie, dove entrambi i genitori lavorano al termine del congedo di maternità potrebbe essere necessaria l’iscrizione all’asilo nido, per un costo che dal 4° al 12° mese si aggira a circa 300 euro mensili. Mettere al mondo il figlio, quindi, può rappresentare una scelta molto difficile da prendere, anche in base a quello che è l’aspetto economico.

 

Fortunatamente però da parte dello Stato ci sono degli aiuti utili per far fronte alle spese di gravidanza e prima infanzia. Ad esempio, nel 2019 è possibile richiedere il premio nascita Inps, un assegno di 800 euro riconosciuto a tutte le mamme (una volta raggiunto il 7° mese di gravidanza), oppure il rimborso spese sui costi sostenuti per l’asilo nido fino a un massimo di 1.500 euro annui (limite aumentato con l’ultima Legge di Bilancio). A coloro che hanno un ISEE inferiore i 25.000 euro, inoltre, spetta il bonus bebè, un assegno di 80 euro annui per 12 mesi. Questo importo è raddoppiato per le famiglie con ISEE inferiore ai 7.000 euro. C’è un’ulteriore maggiorazione: per ogni figlio successivo al primo l’importo aumenta del 20%. C’è poi il bonus figlio a carico, una detrazione fino a 1.420 euro (in particolari circostanze) con accredito previsto in busta paga, nella pensione o con la dichiarazione dei redditi.

 

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