Influenza, il picco previsto a metà febbraio. Cinque milioni di casi

Ha già messo a letto 2 milioni di italiani e se ne prevedono almeno altri 3 milioni entro la fine di febbraio. La stagione dell’influenza ha avuto ufficialmente inizio prima delle vacanze di Natale e il numero di persone ammalate è in crescendo. Tra la riapertura delle scuole e il brusco calo delle temperature, il pericolo di un picco del contagio è in agguato. Oltre a causare seri problemi di salute pubblica, l’epidemia influenzale è responsabile dell’aumento dei tassi di assenza dal lavoro, costringendo a letto imprenditori e lavoratori.

I costi dell’influenza in Italia superano i 140 milioni di euro e 2 milioni di giorni di malattia. Tra le città più colpite c’è Roma, con oltre 11 milioni di euro di costi e 159 mila giorni di assenza dal lavoro. Nella capitale si è registrata l’epidemia più virulenta degli ultimi 16 anni, con oltre con oltre 168 mila persone in città e nel Lazio, più del doppio dei casi rispetto agli ultimi inverni.

In Lombardia, la città più colpita è Milano, dove al Pronto Soccorso del Policlinico si è avuto un aumento di circa il 15-20% negli accessi e di circa il 20% per i codici rossi e gialli, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Il capoluogo lombardo si distingue per il maggior numero di imprese colpite dall’influenza in regione, con circa 126 mila giorni di malattia per un costo che si aggira sui 10 milioni di euro.

L’ultimo report ha visto il Piemonte fra le regioni più interessate dal virus influenzale, con una media di 10-11 casi su 10mila abitanti, nella fascia di media intensità. A Torino, l’influenza ha mandato in tilt gli ospedali, mentre si allungano i tempi d’attesa per un ricovero. Tra le regioni più colpite, troviamo anche Valle d’Aosta, Trentino-Alto Adige, Emilia Romagna, Marche e Campania.
Il picco del periodo epidemico è previsto per metà febbraio. Le fasce più colpite sono quelle dei bambini e degli adolescenti, con casi raddoppiati rispetto alle settimane precedenti. I virologi confermano un leggero anticipo della sindrome influenzale, iniziata settimane prima di Natale, ma quello che preoccupa maggiormente è il carattere più aggressivo che connota i virus responsabili di questa epidemia, ossia l’A Hong Kong (H3N2) e il B Brisbane, con sintomi più persistenti e duraturi.

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