Auguri a Liliana Cavani per i suoi 89 anni. Diplomata al Centro Sperimentale di cinematografia di Roma iniziò come documentarista e nel 1966 si fa conoscere dal grande pubblico con il film “Francesco d’Assisi”

Liliana Cavani Nata e cresciuta a Carpi, in provincia di Modena, nel 1933, figlia di un architetto mantovano e di una casalinga carpigiana, fu proprio la madre a farla appassionare alla settima arte, accompagnandola al cinema sin da bambina. Conseguita la laurea in lettere antiche presso l’Università di Bologna nel 1959, si diploma poi presso il Centro sperimentale di cinematografia di Roma con il cortometraggio La battaglia, vincendo il “Ciak d’oro” che il Centro conferiva al miglior saggio di fine corso. Inizia dunque a realizzare documentari e film-inchieste di stampo sociale e politico per la Rai: La storia del Terzo ReichLa donna nella resistenzaLa casa in Italia e svariate altre. Nel 1966 con Francesco d’Assisi, dove il santo viene interpretato da Lou Castel, realizza il suo primo film che è anche il primo prodotto dalla Rai. Nel 1968 firma il nuovo film Galileo (in concorso al Festival di Venezia) con il quale mette a fuoco il tema del conflitto tra scienza e religione. Nel 1970 gira I cannibali, rivisitazione in chiave moderna dell’Antigone di Sofocle che esprime con un linguaggio particolare il conflitto tra pietà e legge radicato nel contesto sociale e politico di quegli anni. Nel 1972 la Cavani dirige L’ospite (Festival di Venezia fuori concorso) che racconta la storia di una donna ricoverata da anni in un manicomio-lager che tenta invano di reinserirsi nella società. L’anno seguente la Cavani si appassiona ad un testo classico della letteratura tibetana, Milarepa, mistico dell’XI secolo. Nel 1973 con Il portiere di notte la Cavani si concentra sul mistero del rapporto tra vittima e carnefice. Nel 1977 la regista termina Al di là del bene e del male; il film racconta le ultime vicende della vita di Nietzsche, focalizzandosi sul rapporto con Lou Andreas-Salomè e Paul Rée.

Nel 1981 firma la regia de La pelle in cui appaiono Marcello Mastroianni, Claudia Cardinale, Burt Lancaster. Con Oltre la porta del 1982 la Cavani si avvale di un cast costituito solo da attori e attrici europee; le ambigue perversioni sessuali in Interno berlinese non conquistano il favore della critica e nemmeno Francesco con Mickey Rourke ottiene il consenso sperato. Con il film Il gioco di Ripley (2002), film con John Malkovich tratto da un romanzo di Patricia Highsmith, la regista torna ad avere il successo internazionale. Il 9 dicembre 1999 riceve a Roma la laurea honoris causa in Scienze della comunicazione dall’Università LUMSA «per il costante impegno da lei profuso nell’umanizzazione dell’arte cinematografica, dando forma e voce alle grandi inquietudini del presente e alla tensione spirituale delle moderne generazioni». Nel 2004 gira la fiction televisiva De Gasperi, l’uomo della speranza, con Fabrizio Gifuni e Sonia Bergamasco, dedicata al celebre statista e trasmessa su Rai 1 l’anno seguente. Nel 2008 è la regista della fiction Einstein. Nel 2009 ha fatto parte della giuria della 66ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia. Nel 2012 ha ricevuto il Premio Federico Fellini 8 1/2 per l’eccellenza artistica al BIF&ST di Bari; nello stesso anno ha inoltre ricevuto il David speciale alla carriera. Nel dicembre 2014 è andato in onda su Rai 1 la sua terza opera su Francesco d’Assisi.

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