Covid: nel 2020 boom di reati online a danno di minori. La polizia postale, +77% in un anno, trend ancora in crescita

L’emergenza Coronavirus, i periodi di lockdown e le varie restrizioni anti contagio hanno portato a un boom di reati commessi online a danno di ragazzi e minori: non solo pedopornografia, adescamento e cyberbullismo ma anche estorsioni sessuali, revenge porn e truffe. Reati che nel 2020, secondo le rilevazioni della Polizia Postale e delle Comunicazioni, hanno registrato un’impennata del 77% rispetto all’anno precedente. Gli incrementi più gravi riguardano i reati di sfruttamento sessuale dei minori realizzati tramite socialnetwork, circuiti di file sharing e darknet: nell’anno del Covid i casi trattati sono aumentati del 132% e gli abusanti indagati del 90%. Un trend in crescita anche nel 2012: nel primo quadrimestre si sono registrati aumenti pari al 70% dei casi trattati per reati connessi con la pedopornografia e l’adescamento online rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Bambini piccolissimi di età compresa tra 0 e 9 anni vengono agganciati sui social, sulle app di gioco e condotti in relazioni da adulti senza scrupoli: sono nei primi 4 mesi di quest’anno ci sono stati 52 casi, a fronte dei 41 dell’intero anno precedente. Anche il cyberbullismo subisce l’effetto di innesco della pandemia e registra un incremento dei casi di denunce pari al 96%. E si riconferma, anche per i casi di cyberbullismo, il coinvolgimento di bambini sempre più piccoli. Sempre nei primi 4 mesi dell’anno sono già 77 le denunce che riguardano bambini sotto i 13 anni contro i 34 casi del primo quadrimestre del 2020.

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