Camorra: arrestato dalla Polizia a Gragnano (Napoli) durante un blitz notturno Antonio Di Martino, 40 anni, latitante dal 2018, ritenuto a capo dell’omonima cosca che gestisce gli affari illeciti nella zona dei Monti Lattari

La Polizia di Stato, dopo una prolungata indagine coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, ha catturato a Gragnano durante un blitz notturno Antonio Di Martino,  di 40 anni, ricercato dal 2018 per estorsione aggravata dal metodo mafioso. Figlio del boss Leonardo Di Martino detto ‘o Lione, latitante da due anni, per gli inquirenti è a capo, insieme al fratello, del clan che porta il suo cognome e che è egemone nella gestione degli affari criminali tra Gragnano e Pimonte, nella zona della “Giamaica” dei Monti Lattari. Antonio Di Martino riuscì a sfuggire a un blitz nel dicembre 2018, due anni fa, quando finirono in manette diversi boss della camorra dei Monti Lattari, e da allora si era dato alla latitanza. Una nuova ordinanza di custodia cautelare in carcere è stata emessa a suo carico nello scorso giugno, poi annullata dal Tribunale del Riesame in seguito all’istanza presentata dall’avvocato.

I DETTAGLI.

La notte scorsa, la Squadra Mobile, unitamente al personale del Commissariato di Castellammare di Stabia, al termine delle indagini delegate dalla Procura della Repubblica di Napoli- D.D.A., con l’ausilio del personale del Nucleo Operativo Centrale di Sicurezza (NOCS) e del Gruppo Esplorazione Aeromarittima della Guardia di Finanza, ha proceduto alla cattura del latitante, già gravato da precedenti penali, destinatario di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa nel 2018 dal G.I.P. di Napoli, in quanto ritenuto gravemente indiziato del reato di estorsione aggravata dal metodo mafioso.

Di Martino è ritenuto ai vertici dell’omonima organizzazione criminale operante principalmente nel territorio a ridosso dei Monti Lattari e, in particolare, nei comuni di Gragnano, Pimonte e Castellammare di Stabia.

Il ricercato già in passato è sfuggito ai tentativi di cattura da parte delle forze dell’ordine: nel 2013 si diede alla fuga dopo aver violentemente aggredito una pattuglia dei Carabinieri che lo aveva fermato per un controllo; nel 2015, intercettato da una pattuglia della Polizia stradale, riuscì a fuggire dopo essersi lanciato nel vuoto da un cavalcavia dell’autostrada A16; nel 2018 si è sottratto all’esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare per cui è latitante, gettandosi nell’area boschiva adiacente.  

Le lunghe indagini della Squadra Mobile hanno evidenziato che saltuariamente l’uomo ritornava presso le abitazioni riconducibili al suo nucleo familiare site nel comune di Gragnano, in provincia di Napoli. Proprio in quei luoghi, ove l’intervento è reso particolarmente difficoltoso dalla fitta boscaglia, dalla presenza di cancelli agli ingressi, di cani di grossa taglia e di sistemi di videosorveglianza, questa notte è stato tratto in arresto dagli investigatori.

All’atto dell’intervento, l’indagato si è dato nuovamente alla fuga, nascondendosi all’interno dell’area boschiva adiacente all’abitazione, ove è stato rintracciato dopo circa due ore, grazie alla perlustrazione effettuata dagli Uffici investigativi e dal Nucleo Operativo Centrale di Sicurezza, supportati anche dall’utilizzo dei droni.
Nello specifico, personale appartenente alla Polizia di Stato è stato imbarcato sul velivolo ATR del Gruppo Esplorazione Aeromarittima della Guardia di Finanza da dove, grazie alla sofisticata strumentazione tecnologica di bordo,  è stato possibile contribuire al coordinamento dell’attività effettuata dalla Squadra Mobile di Napoli.

 

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