Coronavirus, De Magistris parla della fase 2: “Non si potra’ viaggiare subito, dobbiamo restare nei nostri territori. Potremo ricominciare a uscire, rispettando le distanze e utilizzando le protezioni”. Il sindaco non nasconde le sue perplessità sull’app Immuni

“Dal 4 maggio non si potra’ viaggiare, la fase due non significa che il milanese potra’ andare a Napoli e il napoletano a Milano. Non siamo in queste condizioni”. Lo chiarisce il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, in diretta a Omnibus, su La7. “Dobbiamo restare nei nostri territori – precisa – potremo ricominciare a uscire, rispettando le distanze e utilizzando le protezioni, ma non la porrei come Sud contro Nord o viceversa, semplicemente dal 4 maggio non si potra’ viaggiare”. Il sindaco ricorda “l’errore fatto 40 giorni fa dal premier Conte, che in modo improvvido annuncio’ la chiusura della Lombardia, senza che si organizzasse la filiera istituzionale per impedire a migliaia di persone di arrivare al Sud e creare contagi”.

 “Sono molto preoccupato di chi gestisce, controlla e viene a conoscenza dei movimenti di 60 milioni di italiani. E’ un tema dirimente e centrale”. Intervenendo alla trasmissione Omnibus, su La7, il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, Per de Magistris “bisogna essere certi su chi gestira’ questi dati, chi avra’ le informazioni, chi sara’ dietro ai supporti tecnologici, se ci sara’ qualcuno che potra’ utilizzarli per altre finalita’, perche’ l’esperienza giudiziaria, anche di deviazioni istituzionali, ci insegna che e’ molto semplice partire in un modo e arrivare in un’altra direzione”. Uscendo dallo specifico caso di Immuni e guardando in generale all’ipotesi del tracciamento, de Magistris evidenzia che e’ “una materia molto delicata. Spesso si fa riferimento alla Corea del Sud che non a caso l’ha utilizzata nella fase uno, durante la quale noi siamo stati completamente impreparati. Il rischio e’ che noi utilizziamo un’app che serviva molto in una fase iniziale, per una fase successiva e se la legge non e’ fatta bene si puo’ concretamente ipotizzare il rischio che si vadano a tracciare i movimenti della liberta’ personale dei cittadini”.. “Se serve da un punto di vista della prevenzione, a monitorare i casi positivi o avere la mappatura sierologica, ha un senso – ribadisce – se diventa il controllo dei movimenti degli italiani, da utilizzare magari per altro, senza sapere chi c’e’ dietro, allora un po’ di rischio lo vedo”.

Per de Magistris “bisogna essere certi su chi gestira’ questi dati, chi avra’ le informazioni, chi sara’ dietro ai supporti tecnologici, se ci sara’ qualcuno che potra’ utilizzarli per altre finalita’, perche’ l’esperienza giudiziaria, anche di deviazioni istituzionali, ci insegna che e’ molto semplice partire in un modo e arrivare in un’altra direzione”. Uscendo dallo specifico caso di Immuni e guardando in generale all’ipotesi del tracciamento, de Magistris evidenzia che e’ “una materia molto delicata. Spesso si fa riferimento alla Corea del Sud che non a caso l’ha utilizzata nella fase uno, durante la quale noi siamo stati completamente impreparati. Il rischio e’ che noi utilizziamo un’app che serviva molto in una fase iniziale, per una fase successiva e se la legge non e’ fatta bene si puo’ concretamente ipotizzare il rischio che si vadano a tracciare i movimenti della liberta’ personale dei cittadini”.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.