Sequestrato dai carabinieri il cantiere per l’ampliamento della struttura della clinica Pineta Grande a Castel Volturno (Caserta) per abusi edilizi

I carabinieri del Nucleo Investigativo di Caserta, coordinati dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere, hanno sequestrato questa mattina il cantiere della Clinica Pineta Grande di Castel Volturno nella parte in cui da circa un anno erano in atto dei lavori per ampliare la struttura. Il sequestro ha interessato solo il cantiere e non la struttura ospedaliera. “Ci e’ stato notificato un provvedimento di sequestro per i lavori di ampliamento del Pineta Grande Hospital – dice Vincenzo Schiavone, rappresentante legale della clinica – le ipotesi di reato riguardano violazioni urbanistiche circa le autorizzazioni tutte, peraltro, comunicate prima dell’inizio dei lavori, alle autorita’.

Sono sereno e fiducioso nell’opera della magistratura con la quale ho sempre collaborato in passato e continuero’ a farlo nel presente. Forniremo tutti i chiarimenti necessari per dimostrare l’infondatezza dell’ipotesi accusatoria. Resta il profondo rammarico per il blocco di un’opera di pubblica utilita’, un presidio ospedaliero quale il Pineta Grande Hospital, da sempre al servizio dei cittadini della Campania, di quelli provenienti da fuori regione e di migliaia di extracomunitari. Il sequestro danneggia finanziariamente noi, le maestranze, i 1200 dipendenti del gruppo di cui fa parte la struttura, ma rischia di penalizzare ancora di piu’ un territorio privo di servizi, anche quelli essenziali”.

Permessi a costruire in cambio di assunzioni e favori. E’ questa l’ipotesi dell’inchiesta della procura di Santa Maria Capua Vetere che ha portato questa mattina al sequestro del cantiere per l’ampliamento della struttura sanitaria Pineta Grande di Castel Volturno. Nel mirino dei magistrati, sono finiti, tra gli altri dipendenti comunali, anche l’ex sindaco Dimitri Russo e il responsabile Utc, Carmine Noviello. Secondo gli inquirenti, l’ampliamento in corso di realizzazione autorizzato con delibere del Consiglio Comunale e successivi permessi sarebbe in palese violazione della normativa riguardante la realizzazione o ampliamento di strutture sanitarie. Inoltre, sarebbe stata violata la normativa anche dal punto di cista dell’aumento dei posti letto autorizzando il passaggio dai 150 ai 574 posti letto sebbene mancasse la verifica di compatibilita’ con il fabbisogno sanitario regionale e con le esigenze di localizzazione territoriale. Le illegittimita’ per la procura sarebbero state gestite dal responsabile Utc sebbene privo di competenze formali.

Gli inquirenti di fatto definiscono il contesto “in un complesso di relazioni illecite, collusive, instaurate tra l’ufficio tecnico e lo staff del Pineta Grande. Successivamente alle delibere, infatti, sarebbero emerse assunzioni presso la Clinica di parenti di consiglieri comunali e funzionari che sono intervenuti nelle vicende dell’ampliamento direttamente o indirettamente. La disponibilita’ da parte del responsabile Utc, secondo quanto emerso dalle indagini, si inserirebbe in dinamiche di scambio. Il fratello e’ risultato coinvolto con incarico remunerato nella direzione tecnica riguardante l’ampliamento. Il genero, invece, ha iniziato a collaborare con Pineta Grande nella qualita’ di medico dal 2017 per poi essere assunto a tempo indeterminato. Sono risultate anche altre numerose assunzioni dal 2017 a favore di parenti di altri dipendenti comunali. Inoltre, sarebbe emerso come l’ex sindaco Russo avesse contatti diretti con la Pineta Grande mettendosi a disposizione arrivando a fornire anche in maniera indebita e clandestina atti che riguardavano le iniziative che intraprendeva altra Casa di Cura in ordine alle autorizzazioni concesse a Pineta Grande per l’ampliamento ed interessi personali nella vicenda dell’ampliamento. E’ risultato che per assicurarsi un dignitoso futuro personale, cosi’ come sottolineano dalla Procura, si e’ attivato per l’istituzione dell’ottava farmacia comunale (e’ infatti presidente Incofarma che gestisce le farmacie comunali), prelazionandola, con l’intenzione di aprirla all’interno della struttura sanitaria Pineta Grande. Inoltre, sono emerse anche illegittimita’ per aspetti paesaggistici che si inserirebbero in dinamiche collusive tra lo staff del Pineta Grande e il funzionario della Soprintendenza. Secondo i magistrati, questa istruttoria sarebbe risultata del tutto carente.

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