Giustizia: 8 udienze e 5 giudici, ecco l’odissea di un operaio paralizzato

Sette udienze e cinque giudici cambiati. Quello in corso davanti al Tribunale di Lodi dal febbraio del 2017 per un grave infortunio sul lavoro e’ un processo che racconta molto della lentezza della giustizia italiana. I fatti risalgono al 5 maggio del 2014 quando A.C, all’epoca 41enne, titolare di una societa’ che aveva ricevuto in subappalto i lavori per la ristrutturazione di un’abitazione a Melzo (vicino a Milano), scivola da un parapetto e si procura una lesione vertebrale che lo fa finire su una sedia a rotelle, senza possibilita’ di recupero. La Procura di Lodi apre e chiude in soli sei mesi un’indagine a carico del rappresentante legale della ditta che ha dato i lavori in subappalto ad A.C., accusandolo di lesioni aggravate. E’ con l’inizio del processo che, stando a quanto ricostruito dall’Agi, l’iter giudiziario si arena. La Procura emette una citazione diretta a giudizio (si salta, quindi, l’udienza preliminare) nel maggio del 2015 fissando la data d’inizio del processo con citazione diretta nell’aprile del 2016. La prima udienza viene subito rinviata al novembre del 2016 per un errore di notifica commesso dagli uffici giudiziari. Si riparte nel febbraio del 2017 con il rinvio a maggio, per il cambio del giudice, nel frattempo trasferito ad altra sede. Finalmente, nel dicembre del 2017 si arriva alla costituzione delle parti, atto che certifica di fatto l’inizio del processo, ma nulla piu’. Tutto rimandato quindi all’ottobre del 2018 per l’esame dei testimoni che pero’ non si riesce a svolgere perche’ cambia ancora il giudice. Di nuovo in aula l’8 marzo del 2019 quando dovrebbero essere sentiti tre testimoni, ma, dopo avere ascoltato uno di loro, i buoni propositi del giudice svaniscono perche’ ci sono una trentina di testimoni in fondo all’aula che attendono di essere sentiti nel procedimento fissato subito dopo e a loro viene data la priorita’. Nuovo rinvio quindi al 27 novembre del 2019. 

 A.C., il lavoratore di origine albanese, aveva scelto, stando a quanto riferito dal suo legale, di provare a farsi risarcire nell’ambito di un giudizio penale e non civile perche’ pensava che fosse la maniera piu’ veloce per ottenere il denaro. Quasi tutti i rinvii sono stati determinati dal cambio di giudice. Nei tribunali ‘piccoli’ accade spesso che i magistrati siano di passaggio, circostanza che non aiuta alla “ragionevole durata” del processo, diritto sancito dalla costituzione. 

 

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