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Sono oltre 530 gli interventi aerei dall’inizio della campagna estiva contro gli incendi

Non siamo, per fortuna, all’emergenza Canarie, ma non per questo gli incendi boschivi in Italia non siano preoccupanti. Basti pensare al numero di richieste di intervento aereo della flotta di Stato poi coordinato dal Dipartimento nazionale della Protezione civile: ad oggi oltre 530 dall’inizio, il 15 giugno, della campagna estiva di contrasto alle fiamme e che andra’ avanti fino al 30 settembre. Solo ieri, 21 le richieste di intervento aereo da 8 regioni: 7 dalla Calabria, 5 dalla Basilicata, due rispettivamente da Lazio, Puglia e Sicilia, una ciascuna da Campania, Molise e Sardegna. Le richieste sono trasmesse dalle regioni al Centro Operativo Aereo Unificato (COAU) del Dipartimento della Protezione civile per chiedere l’intervento dei mezzi dal cielo a supporto delle operazioni svolte dalle squadre a terra e dai velivoli antincendio locali. Da non dimenticare poi che agli interventi sul territorio nazionale si aggiunge l’attivita’ degli equipaggi italiani all’estero, nell’ambito del Meccanismo di protezione civile europeo coordinato dalla Commissione Ue a Bruxelles e che subentra quando un Paese non riesce con i soli propri mezzi a contenere incendi di vaste proporzioni. E’ accaduto di recente con la Grecia, e dall’Italia nell’ambito del progetto europeo “RescEu-IT” due Canadair che non erano impiegati per le necessita’ nazionali, sono stati attivati, su richiesta di Bruxelles, per coadiuvare le azioni di spegnimento di vasti incendi che interessavano l’isola di Evia, la seconda piu’ grande del Paese. Nella stessa circostanza un supporto e’ venuto anche dalla Spagna. Quest’anno l’impegno della flotta aerea dello Stato si concentra prevalentemente al Sud, in particolare in Sicilia e Calabria, che hanno fatto registrare rispettivamente 259 e 118 richieste. In fatto di statistiche, viene preso a riferimento il 2017 perche’ fu un anno particolarmente impegnativo per le squadre antincendio: si veniva da mesi di clima secco che avevano creato le condizioni purtroppo ideali per l’innesco di incendi, tanto e’ vero che quella e’ stata un’estate in cui vennero registrati interventi aerei su 1.205 incendi, piu’ del doppio rispetto ad oggi.

 L’estate 2018 e’ stata considerata invece un anno anomalo, ovvero si arrivava da periodi di forti piogge e quindi il rischio incendi boschivi c’era si’ ma in misura ridotta, perche’ appunto erano limitate le condizioni oggettive di terreni e vegetazione per il propagarsi di incendi. E questo spiega il perche’ il Dipartimento della Protezione civile nel fare un raffronto prenda a riferimento il 2017. Ad oggi, complessivamente nel corso delle operazioni di supporto aereo alle squadre e ai velivoli antincendio locali, la flotta dello Stato ha operato finora per quasi 1500 ore, con quasi 5mila lanci di acqua e liquido ritardante ed estinguente. La catena di intervento contro gli incendi e’ fatta di diversi passaggi e prevede che il primo coinvolga le squadre di terra coordinate dalle Regioni. Se il fuoco e’ troppo esteso e il lavoro a terra non e’ sufficiente, a quel punto chi dirige le operazioni di spegnimento puo’ chiedere l’intervento degli elicotteri regionali e, se questi non sono a loro volta in grado di completare l’intervento, ecco scattare la richiesta al COAU per ottenere il ricorso alla flotta dello Stato. Per questa stagione estiva, la flotta nazionale puo’ contare su un massimo impiego di 31 velivoli, di cui 16 Canadair – due dei quali attivati appunto nell’ambito del progetto europeo “Better Use of Forest Fire extinguishing-IT”, schierati sul territorio italiano ma prioritariamente dedicati all’intervento all’estero in caso di attivazione del Meccanismo di protezione civile europeo – e 4 elicotteri Erickson S64F del Corpo nazionale dei vigili del fuoco. 

Redazione

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