Con un intervento risolutivo attuato dal G.I.S. dei Carabinieri, è stato arrestato il latitante Cosimo Damiano Gallace, reggente dell’omonimo clan della ‘Ndrangheta

Alle prime ore del mattino, i Carabinieri del Nucleo Investigativo di Catanzaro, con un intervento risolutivo attuato dal G.I.S. supportato dai Carabinieri dallo Squadrone Eliportato “Cacciatori Calabria”, hanno arrestato il latitante Gallace Cosimo Damiano classe 61, ricercato da un anno perché condannato a scontare una pena di 14 anni di carcere per associazione di tipo mafioso. GALLACE, ormai divenuto reggente dell’omonima ‘ndrina, si nascondeva a Isca sullo Ionio in un appartamento ricavato in uno stabile con annessa cava di inerti di una locale ditta di produzione di calcestruzzo. Al momento dell’intervento, il latitante non veniva subito rintracciato in casa sebbene ci fossero presenti la compagna 34enne e la figlia di soli 4 anni che riposavano in camera da letto. La presenza del ricercato all’interno dell’abitazione veniva però considerata certa proprio per la presenza del suo nucleo familiare a quell’ora e in quel luogo lontano dalla residenza abituale di Guardavalle. Il Gallace, dopo una lunga e minuziosa perquisizione, veniva scovato e catturato all’interno di in un bunker provvisto di accesso celato da una falsa parete posta sotto una specchiera proprio in camera da letto. La porta del nascondiglio, collegata a un congegno meccanico, poteva essere aperta esclusivamente ruotando uno dei tre pomelli, quello centrale, di un adiacente attaccapanni a muro. Nel corso della perquisizione, sono stati rinvenuti e sequestrati: 1 trolley contenente circa 35.000 euro in contanti, 1 tablet, 9 telefoni cellulari di cui 2 danneggiati dall’interessato prima di essere scoperto nel bunker, varie sim non ancora attive e l’hard disk dell’impianto di videosorveglianza con monitor affianco alla tv in sala da pranzo per controllare 24 ore su 24 l’area esterna all’abitazione, tra l’altro dotata di allarme e di cane da guardia di grossa taglia.

Il Gallace, boss dell’omonima ‘ndrina di Guardavalle con articolazioni ad Anzio (RM), Nettuno (RM), in Lombardia, Piemonte e Toscana  era ricercato dal 25 novembre 2020 per l’esecuzione di un ordine di carcerazione, emesso dalla Corte d’Appello di Roma, in quanto condannato a 14 anni di reclusione per “Associazione di tipo mafioso” e “Associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti”. Inoltre, a carico del GALLACE pende anche un’Ordinanza di Custodia Cautelare in Carcere, emessa il 15 marzo 2021 dal GIP del Tribunale di Catanzaro e al momento della cattura notificata all’interessato, per indagini coordinate dalla locale DDA sempre con riferimento al reato di associazione finalizzata al traffico di stupefacenti. Per aver preso parte alla c.d. “strage di Guardavalle” ha scontato complessivamente, a partire dai primi anni ’90, più di vent’anni di carcere.

Giuseppe M.

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