Prende avvio il cantiere di messa in sicurezza dell’Insula Occidentalis di Pompei che in poco più di un anno permetterà di restituire al pubblico le straordinarie ville urbane di Marco Fabio Rufo e di Maio Castricio, della Casa del Bracciale d’Oro e della Biblioteca

Prende avvio il cantiere di messa in sicurezza dell’Insula Occidentalis di Pompei, che, in poco più di un anno, permetterà di restituire al pubblico le straordinarie ville urbane di Marco Fabio Rufo e di Maio Castricio, della Casa del Bracciale d’Oro e della Biblioteca, affacciate sul Golfo di Napoli e finora non accessibili perché utilizzate come sede dei laboratori di restauro del Parco. L’intervento, che prevede il montaggio di una gru da 65 metri, consentirà di restituire alla fruizione del Visitatori dei complessi abitativi unici per eleganza e per raffinatezza, estesi per quasi 6.000 metri quadrati, e dove il legame tra Pompei e il territorio circostante, tra Pompei e il “suo” mare, prende forma e significato. Il grandioso complesso delle ville urbane dell’Insula Occidentalis è situato ai margini della città antica, nella Regione VI e non distante dal Foro. Quattro terrazze panoramiche, digradanti scenograficamente verso il mare, offrono al visitatore un’emblematica testimonianza del gusto romano di vivere in fastose ed eleganti dimore dove il paesaggio costituisce uno degli elementi predominanti della stessa composizione architettonica. Affreschi, mosaici, arredi sono gli elementi ancora oggi presenti che costruiscono uno spazio dove si sperimenta il piacere del vivere e il lusso quotidiano; spazi immersi in una raffinata bellezza fatta di pitture dai colti riferimenti letterari o che ritraggono lussureggianti giardini aperti sulla vallata dove il fiume incontra il mare; mosaici pavimentali con marmi colorati provenienti da diverse regioni dell’impero arredavano gli ambienti, mentre spettacolari giochi d’acqua arricchivano le sale da pranzo all’aperto. I lavori sono  finanziati dai fondi CIPE del Piano Stralcio “Cultura e  Turismo” Fondo per lo sviluppo e la coesione (FSC), oltre che con fondi propri del Parco Archeologico di Pompei, e si concluderanno tra un anno, quando si riapriranno al pubblico non solo gli spazi pubblici e domestici dei palazzi, ma anche i loro giardini e gli spazi verdi interni dove riscoprire, oggi, quel complesso legame tra cultura e natura che caratterizzava la vita degli antichi pompeiani.​

 

Redazione

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