Con particolare commozione la nostra redazione ricorda il giornalista Pino Scaccia, uno dei più validi e preziosi inviati della Rai che ha seguito numerosi avvenimenti, dalla prima guerra del Golfo al conflitto serbo croato, dalla disgregazione dell’ex Unione Sovietica e della ex Jugoslavia, fino alla crisi in Afghanistan, oltre al difficile dopoguerra in Iraq fino alla rivolta in Libia. E’ stato uno dei primi giornalisti a capire l’importanza di Internet per il settore dell’informazione fondando uno dei primi blog di giornalismo, “La torre di Babele”. Proprio in questo blog, il 9 aprile del 2004, venuto a conoscenza della nascita del nostro sito www.telecaprinews.it, precursore dell’informazione in ambito locale, lo segnalò con un post: “Informazione locale: è nata Telecaprinotizie, tutto in diretta dalla Campania“, riferendosi al web. Egli fu ben lieto di darne notizia (come riferì a Mauro Mantegazza, ideatore del portale legato all’emittente TeleCapriNews) entusiasta dello sviluppo del mondo allnews nella rete, evidente segno di ampliamento della diffusione dell’informazione, sinonimo di pluralismo e ricchezza culturale per il futuro.
Scaccia ha realizzato numerosi reportage in tutto il mondo, è stato il primo reporter occidentale ad entrare nella centrale di Černobyl’ dopo il disastro, a scoprire per primo i resti di Che Guevara in Bolivia e a mostrare le immagini fino a quel momento segrete dell’Area 51 nel deserto del Nevada. Si è occupato inoltre di cronaca con particolare riferimento a mafia, terrorismo e sequestri di persona oltre a terremoti e disastri naturali. Prima di dedicarsi a tempo pieno all’attività di blogger e scrittore, è stato capo redattore dei servizi speciali del Tg1. È stato docente del master di giornalismo radiotelevisivo all’Università Lumsa di Roma. Ha scritto 15 libri. Pino Scaccia da anni è stato un punto di riferimento per le ricerche dei militari italiani scomparsi in Russia durante la Seconda guerra mondiale. Curava il blog Lettere dal Don. Ha pubblicato quattro saggi con testimonianze, fotografie, lettere, diari di superstiti o caduti dell’ARMIR e curava per Tralerighe libri editore la collana “Amori maledetti”. È morto ieri a seguito di complicazioni da Covid-19, all’età di 74 anni all’ospedale San Camillo di Roma, dov’era ricoverato da alcune settimane per una grave malattia.
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