Digitale terrestre: le tv locali insorgono contro il Governo per i mancati indennizzi della rottamazione delle frequenze a favore del 5G. “ADESSO BASTA! BAGARRE INTERNE AL GOVERNO PROVOCANO PERICOLOSA IMPASSE”

L’iter per la dismissione della banda 700MHz da parte degli operatori di rete televisivi è stato avviato, ma trova una palese incostituzionalità nel non aver ancora definito i criteri per gli indennizzi, i tempi e le scadenze precise. Dopo aver cancellato all’ultimo momento dal DL Rilancio i criteri di un complicato calcolo basato sugli ammortamenti, e dopo che il Tar del Lazio ha bloccato la procedura in tre regioni proprio per la mancata previsione di indennizzi, pare che il Governo sia bloccato da contrasti interni. Uno dei criteri allo studio vorrebbe che l’indennizzo tenderebbe a scendere all’aumentare della popolazione, con l’effetto che chi serve aree particolarmente popolose riceverebbe somme proporzionalmente inferiori a chi illumina territori limitati. Un’altra possibilità al vaglio è la divisione per scaglioni di popolazione, ovviamente sempre a danno degli operatori attivi nelle aree demograficamente più importanti che potrebbero addirittura essere livellati. Il CNRT-TPD ritiene che ogni soluzione sopra evidenziata è decisamente assurda, palesemente discriminatoria. Logica e correttezza di mercato impongono, infatti, di utilizzare gli stessi criteri di quelli impiegati prima per la rottamazione dei canali della banda 800 MHz, poi per quella dei canali interferenti con gli stati esteri ed infine per l’assegnazione all’asta dei multiplex nazionali DVB-T del dividendo. Pare che nei piani alti del Palazzo del MISE-Com (e non solo) i principali attori, dal Ministro Stefano Patuanelli, il viceministro Stefano Buffagni, fino ai Sottosegretari Liuzzi, Manzella, Morani e Todde, non tiri aria di sereno svolgimento dei propri compiti. Una bagarre di natura politica sta influenzando decisioni senza più rispettare logiche e interessi legittimi degli operatori ma va avanti accendendo pura rivalsa politica e contrapposizione di intenti.

Se le cose continueranno a restare in stallo o, peggio ancora, vengono messe in campo idee scellerate come quelle sopra evidenziate, il CNRT-TPD è pronto a rivolgersi alla magistratura e direttamente al Ministro e alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, nonché di denunciare ad AGCom e Antitrust la situazione per chiedere di mettere fine a questi scandalosi comportamenti che stanno danneggiando (peggio della crisi del covid-19) l’intero settore televisivo locale.