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Save the Children, almeno 78 bambini sono morti a causa della dengue in Yemen, si teme un’epidemia nel Paese per altri 52mila casi sospetti

In Yemen, almeno 78 bambini sotto i 16 anni sono morti a causa della malattia legata alla dengue e oltre 52.000 casi sospetti sono stati registrati in tutto il paese. Secondo Save the Children, l’Organizzazione internazionale che da oltre 100 anni lotta per salvare i bambini a rischio e garantire loro un futuro, questo potrebbe essere l’inizio di un’epidemia. Le forti precipitazioni, associate al conflitto in corso, ostacolano la fornitura di acqua pulita. Pertanto, le persone usano bacini idrici per raccogliere l’acqua piovana e questi depositi d’acqua scoperti, insieme alla pioggia, hanno contribuito alla diffusione delle zanzare nelle aree colpite, con conseguente aumento dei casi sospetti di dengue. Se non verranno prese misure urgenti per rafforzare il sistema sanitario, in modo tale da poter individuare tempestivamente i casi sospetti, il totale delle morti (192 persone fino alla fine del 2019) potrebbe aumentare notevolmente. Benchè le aree più colpite siano quelle di Hodeidah e Aden, che hanno registrato oltre il 60% dei decessi nel paese, sono stati registrati casi in quasi tutti i governatorati del paese. 

“Hodeidah ha il secondo più alto tasso di mortalità nel paese, con 62 morti tra adulti e bambini nel 2019. Non si era mai visto nulla di simile prima. Più di 40 persone del nostro staff, comprese le loro famiglie, sono state colpite dalla febbre. Quotidianamente, riceviamo segnalazioni di decessi in aree remote del governatorato. Alcune delle nostre strutture sanitarie funzionano 24 ore al giorno e la settimana scorsa una di queste ha registrato 30 casi in un giorno solo, la maggior parte dei quali erano bambini” ha dichiarato Mariam Aldogani, direttrice di Save the Children a Hodeidah, che si sta riprendendo dalla febbre dengue. “Per la popolazione, la situazione economica non è migliorata. I genitori non possono permettersi di portare i propri figli in ospedale o di acquistare medicine. Gli ospedali sono pieni e alcuni pazienti sono costretti a sdraiarsi a terra per la mancanza di letti. È davvero una situazione terribile, anche bambini di otto mesi sono stati colpiti dalla febbre dengue. In alcuni ospedali tutto ciò che puoi sentire sono i bambini che piangono per il dolore. Attualmente stiamo supportando 48 strutture sanitarie a Hodeidah, che hanno registrato oltre 6000 casi sospetti nel 2019” ha proseguito Aldogani.

Nei centri sanitari di Save the Children sono stati accolti molti casi bambini che sembravano colpiti dalla dengue e lo staff sul campo sta diagnosticando e curando i pazienti, segnalando i casi più gravi. Ali*, 8 anni, ha recentemente contratto la febbre dengue nel suo villaggio natale, non lontano dalla città di Hodeidah. I suoi genitori lo hanno portato all’ospedale pubblico di Al-Thawrah, un’importante struttura sanitaria nella città di Hodeidah che è sostenuta da Save the Children da diversi anni, dove sta ricevendo cure mediche insieme ad altri 14 bambini di età compresa tra i 2 e gli 8 anni. “Ho dovuto lasciare tutto laggiù al villaggio e stare con mio figlio qui. Ha la febbre alta e non mangia nulla da tre giorni ormai” ha raccontato sua madre. Save the Children ha anche assicurato attrezzature mediche per contrastare la febbre dengue e lo scoppio della malaria nelle sue aree operative, incluse Aden, Taiz, Hodeidah e Hajjah. Sta inoltre sensibilizzando gli operatori sanitari e i volontari della comunità su come affrontare la dengue e altre febbri emorragiche. I governatorati più colpiti dai decessi sono stati Hodeidah (62), Aden (71) e Taiz (12). Solo la pace nello Yemen può garantire risposte rapide e la ricostruzione di un sistema sanitario ormai al collasso, in un paese dove continuano a diffondersi malattie prevenibili e che si sta ancora riprendendo da un’epidemia di colera che ha causato oltre 2 milioni di casi sospetti tra ottobre 2016 e agosto 2019. Dopo quasi cinque anni di conflitto nel paese, oltre la metà di tutte le strutture sanitarie sono chiuse o solo parzialmente funzionanti, molti ospedali sono stati danneggiati da attacchi aerei o combattimenti e mancano medicinali essenziali e personale qualificato.

Redazione

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