Il fazzoletto bianco viene sventolato pochi minuti dopo le 10. Il miracolo c’e’, il sangue del santo patrono di Napoli si e’ sciolto. Nel duomo gremito rimbomba l’applauso dei presenti mentre il cardinale Crescenzio Sepe, arcivescovo della citta’, bacia e fa baciare l’ampolla con i preziosi resti. All’esterno della chiesa, sul sagrato, anche i lavoratori della Whirpool erano in attesa del segno di benevolenza di San Gennaro. “Le aziende chiudono solo al Sud”, sottolineano, in attesa di essere ricevuti dal cardinale. Con loro anche i dipendenti di American Laundry, che lamentano come dal 31 ottobre 250 persone perderanno il posto di lavoro per effetto del cambio nell’appalto dels ervizio di pulizia delle lenzuola per gli ospedali dell’Asl Napoli Centro 1. La cattedrale e’ gremita di fedeli, ma anche turisti e curiosi, come sempre nel giorno della solennita’ dedicata al patrono, la seconda nell’anno, dato che cerimonie sono anche previste a maggio, ma la piu’ conosciuta. Gia’ da prima mattina le ‘parenti’ di San Gennaro avevano iniziato le preghiere per favorire la liquefazione nella cappella in duomo, dove poi alle 8 l’arcivescovo era andato a prendere le ampolle, percorrendo la navata in processione e dando inizio alla celebrazione. Ogni anno, sono numerose le richieste di accredito per seguire la cerimonia da parte dei media nazionali e internazionali e degli ospiti.
Quest’anno sono arrivate alla Curia di Napoli oltre 400 richieste. Il miracolo “e’ segno della bonta’, benevolenza, misericordia e amore per noi, per Napoli, per la Campania, per la Chiesa – dice il cardinale Sepe, annunciando l’avvenuta liquefazione – ed e’ anche un invito a tenerci stretti stretti, come nostro parente e nostro amico, il nostro protettore San Gennaro”. “Purtroppo il male che fanno a Napoli i sicari di odio e di violenza e’ senza limiti – dice il presule, durante l’omelia – essi in effetti tentano di uccidere sul nascere proprio la possibilita’ di fare futuro, di guardare avanti, di porre le basi per una vita ordinata, per la crescita di una comunita’ attenta ai valori fondamentali e quindi naturalmente orientata al bene comune”. “La violenza e’ il primo baluardo, il primo grande ostacolo che si pone su questa strada – continua – genera paura, insicurezza, favorisce connivenza e complicita’ e ogni forma di comportamento che va contro il bene comune”. Il cardinale Sepe riconosce che “a nessuno si puo’ chiedere di essere eroe anche perche’ chi tradisce Napoli alle spalle, essendosi arruolato nelle formazioni della violenza organizzata e no, sa scegliere con lucida protervia i lati deboli”. Ma, “occorre dirlo, alla fine Napoli si trova a vivere pienamente una condizione che toglie liberta’ e mina alla base i diritti dei cittadini, rendendo la loro vita difficile, per non dire proibitiva”.
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