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120 anni fa nasceva il maestro del brivido Alfred Hitchcock

Il 13 agosto del 1899 nasceva a Londra Alfred Hitchcock, maestro del cinema thriller e autore di alcuni capisaldi del genere. Attivo dal 1925 al 1976, in oltre cinquanta anni di carriera ha diretto piu’ di 50 pellicole divise in due periodi: quello britannico dal 1925 al 1940 e quello americano, dal ’40 al 1976, anno di uscita di “Complotto di famiglia”, suo ultimo lavoro. Hitchcock nacque da William e Emma Jane Whelan, ultimo di tre fratelli, in un quartiere dell’East End londinese. Ebbe un’educazione severa e improntata al cattolicesimo. In giovane eta’, ricordo’ in un intervista rilasciata a Francois Truffaut, il padre lo invio’ in un commissariato con in mano una lettera: “Avevo forse quattro o cinque anni … Mio padre mi mando’ al commissariato di polizia con una lettera. Il commissario la lesse e mi rinchiuse in una cella per cinque o dieci minuti dicendomi: ‘Ecco che cosa si fa ai bambini cattivi!’. – E lei che cosa aveva fatto per meritare questa punizione? – Non ne ho la minima idea. Mio padre mi chiamava agnellino senza macchia. Veramente non riesco a immaginarmi che cosa abbia potuto fare”. Un episodio, quello dell’arresto ingiusto, che tornera’ spesso nella sua opera.

Nel 1920 entro’ nel mondo del cinema assunto dalla Famoys Players – Lasky – Studios. come disegnatore di titoli e didascalie per il cinema muto. L’abilita’ nel disegno che sviluppo in quel periodo gli sara’ utile piu’ tardi quando comincera’ a disegnare le prime storyboard delle sue pellicole. Negli stessi anni conobbe Alma Reville, montatrice sua coetanea, che sposo’ nel 1926 e con la quale passo’ tutta la sua vita. Il 1925 segno’ l’anno dell’esordio del regista dietro la macchina da presa. Il suo primo film e’ “Il labirinto delle passioni” e dara’ il via a quello che i critici definiscono come il periodo britannico del “maestro del brivido”. Tra le opere di quegli anni giro’ nove film muti.  “Il pensionante”, pellicola del 1927, fu da lui stesso definito come “il primo vero film di Hitchcock”, in quanto conteneva gli archetipi dello stile di regia del cineasta inglese. Nove anni piu’ tardi firmo’ un contratto per la Gaumont British Picture Corporation.

Con la casa di produzione inglese inizio’ a cimentarsi con le spy story, ottenendo grande successo con “L’uomo che sapeva troppo” e “Il club dei ’39” pellicole del 1934 e del 1935. Soprattutto con la seconda opera il regista teorizzo’ quello che sara’ una caratteristica dei suoi lavori: il “MacGuffin”. Le produzioni degli anni trenta costituirono il nucleo di opere che fecero si’ che il regista fosse notato dai produttori americani. Nel 1939, dopo aver girato “La taverna della Giamaica” concluse il suo periodo inglese e si trasferi’ a Los Angeles. A Hollywood il regista si inseri’ immediatamente nelle meccaniche del cinema a stelle e strisce. nella prima parte del periodo americano, Hitchcock si divise tra film improntati sull’antinazismo e sul patriottismo ( “Il prigioniero di Amsterdam”, “Sabotatori”, “Prigionieri dell’oceano”, e i documentari “Bon Voyage” e “Aventure malgache”) e pellicole piu’ vicine alle tematiche care al regista. Con la fine degli anni quaranta inizio’ il periodo d’oro del cineasta britannico. Giro’ “Il delitto perfetto” con Grace Kelly e, con la stessa attrice, “La finestra sul cortile”, pellicola del 1954 ritenuta un capolavoro della storia del cinema. Film che si posiziono’ al quarantottesimo posto nella lista, redatta dall’American Film Institute, in cui sono raccolti i migliori cento film statunitensi. L’anno dopo inizio’ a produrre alcuni episodi di “Alfred Hitckock presenta”, serie antologica che ando’ in onda per 7 stagioni.

Nello stesso periodo continuo’ la sua prolifica produzione cinematografica. Giro’ alcuni dei suoi piu’ grandi capolavori: “Il ladro”, “La donna che visse due volte”, “Intrigo internazionale”, “Psyco”, “Gli uccelli”, “Marnie”, tutti compresi tra il 1956 e il 1964. Nell’ultimo periodo si segnalarono “Frenzy” del 1972 e la sua ultima opera “Complotto di famiglia” con cui chiuse una carriera durata piu’ di mezzo secolo. A gennaio del 1980 divenne baronetto e 3 mesi piu’ tardi, il 29 aprile, mori’ per l’aggravarsi dei problemi cardiaci e renali che lo avevano colpito gia’ nel decennio precedente. Il mondo di Hitchcok e’ stato caratterizzato dalla ricerca continua sulla psiche dell’uomo e sulla fragilita’ dei protagonisti. A lui si devono alcune delle invenzioni principali in tema di effetti visivi e creazione del plot narrativo anche in costruzione di sceneggiatura. Il gia’ citato MacGuffin, ad esempio, e’ uno strumento ininfluente ai fini del racconto ma indispensabile per fare si’ che la storia si svolga. O “l’effetto Vertigo” in “La donna che visse due volte”: combinazione di contrasto tra uno zoom in avanti e una carrellata all’indietro (o viceversa) che permette di distorcere la dimensione degli oggetti e delle persone.

Redazione

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