Vasta operazione dei carabinieri del comando provinciale di Napoli questa mattina tra area stabiese e penisola sorrentina dopo indagini coordinate dalla Procura di Torre Annunziata.
I militari dell’Arma hanno dato esecuzione a 26 misure cautelari emesse dal locale gip a carico di altrettanti soggetti, tra i quali vi sono esponenti di spicco della criminalità stabiese e spacciatori locali.
Gli indagati sono ritenuti responsabili, a vario titolo, di detenzione a fini di spaccio e di coltivazione e produzione di stupefacenti ma anche di estorsione, danneggiamento, furto e minacce.
Nel corso dell’indagine sono stati effettuati decine di riscontri e intercettati e sequestrati carichi di cocaina, hashish e marijuana, individuate e distrutte migliaia di piante di cannabis indica coltivate nelle zone impervie del Monte Faito, identificati mandanti e autori di spedizioni punitive contro spacciatori concorrenti.
Ricostruite centinaia di cessioni di droga, pagamenti in contanti a produttori e fornitori, aggressioni tra malavitosi per ottenere il controllo del territorio.
Dei 26 indagati, 14 sono stati condotti in carcere, 3 ai domiciliari, per altri 3 è stato disposto il divieto di dimora, altri 6 sono destinatari dell’obbligo di firma.
L’operazione, portata a termine dai carabinieri della compagnia di Sorrento, agli ordini del capitano Marco La Rovere, corona un’inchiesta condotta dalla Procura oplontina. Centinaia i casi di cessione di droga soprattutto in penisola sorrentina, pagamenti in contanti a produttori e fornitori, aggressioni tra malavitosi per ottenere il controllo del territorio: episodi che trovano spazio nella corposa ordinanza cautelare spiccata dal gip del Tribunale di Torre Annunziata.
Alcuni esponenti della criminalità stabiese avrebbero tentato di «acquisire e organizzare – come spiega in una nota il procuratore di Torre Annunziata Alessandro Pennasilico – attività illecite in penisola sorrentina partendo proprio dal traffico di stupefacenti».
Le indagini culminate nella retata odierna hanno preso il via all’inizio del 2018 da alcuni incendi di auto e piccoli danneggiamenti verificatisi negli ambienti degli spacciatori di Vico Equense. I carabinieri, grazie anche all’ausilio di intercettazioni ambientali, telefoniche e telematiche, hanno appurato il tentativo di invasione territoriale in atto.
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