È morto Karl Lagerfeld, stilista e fotografo tedesco. Il leggendario maestro di stile tedesco alla guida di Chanel e Fendi, che aveva 85 anni, è deceduto questa mattina – come si legge su purepeople.com – all’ospedale americano di Parigi, a Neuilly-sur-Seine, nell’Haut-de-Seine, dove era stato ricoverato solo ieri.
E’ “uno spirito libero e razionale che non smette di interrogare il mondo e neppure se stesso, uno straordinario ingegno eclettico che la moda condivide con molte altre discipline culturali e artistiche: stilista, fotografo, editore, designer, illustratore, regista, scenografo costumista”, si leggeva nella motivazione del Fiorino d’Oro, massima onorificenza di Firenze, che lo stilista aveva ricevuto nel 2016. “Lo stile inconfondibile si è formato nel cuore d’Europa, tra Germania, dove è nato, Francia e Italia e corrisponde esattamente alla sua figura di uomo colto, cosmopolita e plurilingue. La moda di Karl Lagerfeld precisa e sperimentale, interessata alle contaminazioni di genere e dedita alla cura di ogni dettaglio – si legge ancora – ha aperto nuove e feconde prospettive alle prestigiose maison per cui tuttora lavora, dopo decenni di grande successo”.
Tutto per lui è iniziato con un colpo di fulmine quando il 13 dicembre 1949 accompagnò sua madre a una sfilata di moda, la sua prima sfilata della casa Dior. Da quel giorno, Karl Lagerfeld inizia a disegnare. Cinque anni dopo, conosce la sua prima consacrazione. Il 25 novembre 1954 vince il primo premio, pari merito con un certo (allora è ancora sconosciuto) Yves Saint Laurent, del Woolmark Prize. Nella giuria di quel premio c’era Pierre Balmain che recluta Lagerfeld per lavorare con lui dal 1955 al 1962. Tre anni dopo, lavora per Fendi e crea il logo emblematico del marchio italiano: ha 30 anni. Per anni ha lavorato per diverse case fino a quando nel 1985 Alain Wertheimer, proprietario di Chanel, bussò alla sua porta. Dalla morte di Coco Chanel la maison sta affondando. In quel momento, non ci sono molte soluzioni. Karl Lagerfeld inizialmente esita: “A quel tempo, avevo già una buona reputazione, lavoravo per Fendi e Chloe” disse alla rivista Madame Figaro ricordando come Coco Chanel prima di morire avesse detto che minigonne e jeans erano ignobili. Alla fine accetta il lavoro come una sfida che andava raccolta.
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