La cucina luogo d’inclusione: protocollo d’intesa tra il centro terapeutico-riabilitativo per la cura delle dipendenze e patologie psichiatriche Il Camino e l’Istituto professionale statale per i servizi alberghieri e ristorazione “De Gennaro” di Vico Equense

La Cooking Therapy è una disciplina che utilizza il cucinare, inteso come preparare pietanze per sé e per gli altri, come strumento di cura e benessere. Cucinare, infatti, non è solo un atto quotidiano e necessario, ma è anche un modo di esprimere la propria creatività, rievocare – attraverso odori e sapori – i propri legami con la famiglia e il territorio, avere cura di sé e rinforzare l’autostima. In sintesi, cucinare ha un valore terapeutico, sia fisico che cognitivo, sociale e intra-personale: cucinare assieme e per gli altri significa infatti avere cura della mente, del corpo e dell’anima, consentendo di ritrovare se stessi e di relazionarsi con gli altri recuperando fiducia e istinto alla socialità. A maggior ragione se questa attività è svolta a scuola, per eccellenza catalizzatore di consapevolezza e disciplina, imprescindibili per poter riuscire a superare i problemi connessi all’uso e abuso di sostanze e alle diverse forme di dipendenza. Da queste premesse nasce il protocollo d’intesa siglato tra il centro terapeutico-riabilitativo per la cura delle dipendenze e patologie psichiatriche Il Camino del Monte Faito (Vico Equense, Na), diretto dallo psicologo Pietro Falco, e l’Istituto professionale statale per i servizi alberghieri e ristorazione “De Gennaro” – Vico Equense, Napoli, diretto dal dott. Salvatore Tufano.

L’accordo consente agli ospiti del centro di iniziare dall’anno in corso un percorso scolastico di formazione come personale qualificato per il settore turistico-alberghiero, acquisendo non solo le competenze specifiche del settore ma anche di esprimere il proprio talento creativo offrendo una chance concreta di reinserimento lavorativo e sociale. “Il progetto – spiega Pietro Falco – nasce    dalla convinzione che la scuola sia in grado di giocare un ruolo decisivo, in uno con la famiglia e le istituzioni, nel fornire modelli e informazioni utili a contrastare l’uso di sostanze stupefacenti, l’abuso alcolico e qualsiasi forma di dipendenza”. 

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