Il 19 ottobre del 1862 nasceva uno dei padri del cinema Auguste Marie Louis Nicolas Lumière. Assieme al fratello Louis Jean Lumière ha inventato il proiettore cinematografico e tra i primi cineasti della storia

Il 19 ottobre del 1862 nasceva uno dei padri del cinema Auguste Marie Louis Nicolas Lumière.   Assieme al fratello Louis Jean Lumière (Besançon, 5 ottobre 1864 – Bandol, 6 giugno 1948) è stato imprenditore francese, inventori del proiettore cinematografico e tra i primi cineasti della storia. Auguste Louis Nicholas e Louis Jean Lumière nacquero a Besançon. Figli dell’imprenditore e fotografo Antoine Lumière e di Jeanne Joséphine Costille Lumière, sposatisi nel 1862, entrambi i fratelli lavorarono a lungo per lui, Louis come fisico e Auguste come direttore. Louis aveva sperimentato alcuni miglioramenti al processo fotografico: il più rilevante era il procedimento della lastra secca, un fondamentale punto di passaggio verso la pellicola fotografica. Quando loro padre andò in pensione nel 1892, i fratelli iniziarono a lavorare duramente per creare la pellicola cinematografica. Brevettarono un numero significativo di procedimenti, tra i quali è da segnalare la creazione del “foro di trascinamento” nella pellicola, come mezzo per trascinarla attraverso la camera e il proiettore. Produssero un singolo strumento che funzionava sia da camera che da proiettore, il cinématographe, che brevettarono il 13 febbraio 1895[1]. La prima pellicola venne girata con questo strumento il 19 marzo 1895; il film era L’uscita dalle officine Lumière (La Sortie de l’usine Lumière), che viene spesso citato come il primo documentario (anche se questa definizione è sempre stata fonte di diversi dibattiti). Il primo spettacolo a pagamento si tenne il 28 dicembre a Parigi al Grand Café sul Boulevard des Capucines. Andarono in tour con il cinématographe nel 1896, visitando Londra e New York. Le immagini in movimento ebbero un’immediata e significativa influenza sulla cultura popolare con L’arrivo di un treno alla stazione di La Ciotat (L’Arrivée d’un train en gare de la Ciotat), La colazione del bimbo (Le Repas de bébé), e il primo esempio di commedia con la farsa L’innaffiatore innaffiato (L’Arroseur arrosé). Dopo la presentazione del cinematografo i Lumière vendettero numerosi apparecchi, che vennero portati in giro per il mondo creando la nuova professione dei “cinematografisti”, eredi degli ambulanti che vendevano stampe nell’Europa del XVII e XVIII secolo. Paradossalmente, i due fratelli ritenevano il cinema “un’invenzione senza futuro”, poiché pensavano che presto il pubblico si sarebbe stufato dello spettacolo del movimento; per questo motivo decisero presto di occuparsi d’altro, rendendo la loro comparsa nella storia del cinema piuttosto breve. Spostarono la loro attenzione sulla fotografia a colori e, nel 1903, brevettarono il processo “Autochrome Lumière”, lanciato sul mercato nel 1907. La società Lumière fu una delle maggiori produttrici in Europa, finché il marchio Lumière non scomparve dal mercato a seguito della confluenza nel gruppo Ilford.

Il cinema dei Lumière

Con il cinematografo dei fratelli Lumière del 1895 si può iniziare a parlare di cinema vero e proprio: ossia della proiezione di fotografie, scattate in rapida successione in modo da dare l’illusione di movimento, di fronte a un pubblico pagante radunato in una sala; la prima proiezione avvenne il 28 dicembre 1895 nel seminterrato di un locale parigino. Di pochi anni più antico era il kinetoscopio di Thomas Edison, con lo stesso procedimento di animazione delle immagini che scorrevano in rapida sequenza; però il modo di fruizione monoculare (e quindi non proiettato) lo rendeva antenato del cinema vero e proprio, l’ultima fase del precinema. La proiezione permetteva dopotutto un maggiore guadagno economico per via della fruizione collettiva, per cui si impose presto. In realtà le invenzioni legate alle fotografie in movimento furono innumerevoli in quegli anni (si contarono nella sola Inghilterra circa 350 brevetti e nomi). Tra tutte queste, l’invenzione dei Lumière aveva l’innegabile vantaggio dell’efficiente cremagliera, che trascinava la pellicola automaticamente a scatti ogni 1/25 di secondo, e una praticità mai vista, essendo la macchina da presa una piccola scatoletta di legno, facilmente trasportabile, che all’occorrenza, cambiando solo la lente, si trasformava anche in macchina da proiezione.

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