Il decoder costava 50 euro, e con altri 350 ci si poteva abbonare sottobanco per un anno a qualsiasi canale pay tv senza alcun limite. Il business, nel Torinese, è stato scoperto dai carabinieri di Mathi, che hanno individuato e denunciato quindici persone. In tre (due coniugi romeni di 33 e 39 anni e un loro connazionale quarantenne) avevano attivato un laboratorio per la diffusione illecita di palinsesti televisivi delle maggiori piattaforme a pagamento, il cosiddetto Iptv (internet protocol television). Lavorando con server e computer venivano ricodificati i dati delle pay tv, quali Sky, Dazn e Mediaset Premium, e distribuiti via web mediante grazie alla sottoscrizione di un abbonamento illecito (in gergo chiamato “pezzotto”). I carabinieri, grazie all’analisi dei dati telematici e al ritrovamento di un vero e proprio registro contabile, sono risaliti anche ai clienti, che avendo acquistato i ‘pacchetti’ illegali sono stati denunciati per ricettazione.
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