Truffa ai danni del Servizio sanitario Nazionale, 17 ordinanze di custodia eseguite dai Nas di Caserta nei confronti di imprenditori, medici e dipendenti Asl, in manette anche il patron di Tv Luna, Pasquale Piccirillo

Tra le persone finite in manette questa mattina nell’ambito di una inchiesta della Procura di Santa Maria Capua Vetere per una truffa ai danni del Sistema Sanitario Nazionale, figurano anche l’imprenditore Pasquale Corvino, e l’imprenditore in ambito sanitario e dell’editoria, patron di Tv Luna, Pasquale Piccirillo, gia’ colpito qualche giorno fa da una confisca dei beni pari a 25 milioni di euro. La nuova inchiesta che vede complessivamente 17 persone colpite da misura cautelare (5 in carcere, 9 ai domiciliari e 3 obblighi di presentazione alla Pg con interdizione dalla professione medica) rappresenta l’epilogo di una precedente inchiesta del 2018 che aveva portato in carcere un medico di base, un farmacista ed altre tre persone per la spedizione di false ricette mediche per prescrizioni di farmaci intestati a pazienti inesistenti, deceduti o che ne hanno disconosciuto la paternita’. Tutto e’ iniziato dopo una segnalazione inviata ai Nas di Caserta dal direttore generale dell’Asl di Caserta per un medico di base di Castel Volturno che aveva generato una spesa farmaceutica a pazienti pari a 800 euro rispetto alla media nazionale di 167 euro.

Secondo quanto emerso dalle indagini, che si sono avvalse anche di intercettazioni telefoniche, era stato messo in piedi un sistema truffaldino imperniato su 4 laboratori di analisi della provincia di Caserta gestiti da un unico nucleo familiare di San Nicola La Strada. Il sistema consisteva nella redazione da parte di responsabili di laboratorio o loro collaboratori, di ricette mediche, alcune delle quali provenienti da furti di interi ricettari in bianco asportati dall’Asl Napoli 2 e poi intestate a ignari pazienti. E’ emersa anche la commercializzazione illecita verso paesi extraeuropei delle confezioni di farmaci privati delle fustelle. Le fustelle infatti venivano applicate sulle false ricette, con i costi che venivano in maniera fraudolenta addebitati al Servizio Sanitario Nazionale. Quattro i medici di base compiacenti, uno nel frattempo e’ deceduto, che in cambio di denaro e altre utilita’ erano complici dei responsabili dei laboratori. Le ricette venivano presentate poi all’Asl di Caserta per il successivo rimborso a carico del sistema sanitario. Ed e’ qui che intervenivano alcuno dipendenti che dietro somme di denaro o altro stabilito in precedenza, omettevano di addebitare alle medesime societa’ somme che dovevano essere necessariamente stornate dai rimborsi. Nelle indagini e’ emerso che i dipendenti dell’Asl infedeli applicavano lo stesso metodo non solo nei confronti dei 4 laboratori finiti nel mirino degli inquirenti, ma anche a favore di altre strutture private convenzionate. A tal proposito un dipendente dell’Asl in servizio presso l’ufficio economico finanziario, al fine di ottenere tornaconti economici, si era accordato con Pasquale Piccirillo, titolare anche di un centro odontoiatrico nel Casertano, per eliminare dai rientri una quota del debito complessivo che il centro aveva accumulato nei confronti dell’Asl per prestazioni sanitarie odontoiatriche non convenzionate e dunque non riconosciute dall’Asl.

 Non solo ricette false, ma anche una serie di attivita’ corruttive e il voto di scambio nell’inchiesta della Procura di Santa Maria Capua Vetere che ha portato a 17 misure cautelari, 14 delle quali di arresto. Al centro, l’imprenditore Pasquale Corvino che, secondo la procura, in qualita’ di responsabile dei 4 laboratori cuore della truffa, avrebbe pagato con somme di denaro un gruppo consistente di elettori durante le regionali del 2015, dove era personalmente candidato, e alle elezioni comunali di Caserta del 2016, dove era candidata la sorella, Mariella, indagata a piede libero. Oltre alle somme di denaro, sarebbero stati distribuiti buoni pasto, buoni benzina, e pacchi contenenti generi di prima necessita’. Tra l’altro, Corvino, che si era candidato alle Regionali del 2015 con “Il nuovo centro destra – Campania Libera”, gia’ nel febbraio del 2019 era finito ai domiciliari per corruzione elettorale e scambio politico/mafioso. In particolare, secondo quanto emerse da quella inchiesta coordinata dalla Dda, Corvino, insieme ad altri indagati, si sarebbe avvalso dell’aiuto del clan Belforte per i voti su Caserta, contattando alcuni esponenti dell’organizzazione camorristica. Dall’indagine che ha portato questa mattina a nuove misure cautelari, e’ emerso inoltre che i responsabili dei laboratori emettevano anche una serie di false certificazioni medico-sportive, rilasciate a firma e timbro di ignari specialisti, mettendo cosi’ anche in pericolo la vita dei destinatari dei certificati che venivano emessi anche in presenza di patologie non diagnosticate e dunque non certificate. Complessivamente sono state oltre 200 mila le ricette esaminate durante l’attivita’ investigativa, e sentiti 300 assistiti, gran parte ha disconosciuto le ricette a loro intestate. Insieme all’ordinanza, la procura ha emesso anche un sequestro preventivo nei confronti di 4 societa’. 

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.