Ricorre oggi il 122esimo anniversario dalla nascita di Sergej Michajlovič Ėjzenštejn, famoso regista russo che portò l’innovazione nel montaggio cinematografico. La sua opera più significaiva “La corazzata Potemkin”

Ricorre oggi il 122esimo anniversario dalla nascita di Sergej Michajlovič Ėjzenštejn (Riga22 gennaio 1898 – Mosca11 febbraio 1948) , registasceneggiatoremontatorescrittoreproduttore cinematografico e scenografo sovietico, ritenuto tra i più influenti della storia del cinema per via dei suoi lavori rivoluzionari per l’uso innovativo del montaggio e la composizione formale dell’immagine. Ha diretto capolavori della storia del cinema come La corazzata PotëmkinAleksandr NevskijQue viva Mexico! e Ottobre.

Ėjzenštejn è stato un pioniere e un teorico del montaggio cinematografico, e sperimentò nuove modalità di produzione del senso attraverso tale pratica. Secondo il regista, come spiega nei suoi principali testi teorici, tra cui La forma del filmIl Montaggio e Teoria generale del Montaggio, tale pratica poteva essere utilizzata efficacemente per manipolare le emozioni e le convinzioni ideologiche degli spettatori. Lungo tutta la sua carriera non smise mai di lavorare e ridefinire costantemente l’idea di montaggio e le sue possibilità espressive, passando dal Montaggio delle attrazioni al Montaggio intellettuale (detto anche Cinedialettica) a quello definito Verticale.

Nei suoi primi film, Ėjzenštejn non usò attori professionisti. Le sue storie non trattavano di personaggi individuali ma si rivolgevano alle grandi questioni sociali, soprattutto ai conflitti di classe. La folla era il vero personaggio principale dei film, mentre i ruoli di spicco erano interpretati da persone senza esperienza professionale ma che avevano una fisionomia e un aspetto immediatamente riconoscibile e connotabile in rapporto a una classe sociale ben precisa (kulakiborghesiproletaricontadini), secondo il concetto di Tipaz usato in tutto il cinema sovietico dell’epoca. La natura sperimentale e critica del lavoro di Ėjzenštejn, si fondava sulla ricerca di un linguaggio cinematografico sempre più complesso e antinaturalistico, ovvero l’opposto di ciò che si andava imponendo nella linea culturale dell’Unione Sovietica stalinista.

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