Cinema: 20 anni fa “The Blair Witch Project”, il trionfo di una fake news. Un film destinato a passare alla storia per motivi piu’ extra-cinematografici che per reali meriti artistici

Il 30 luglio 1999 usci’ nelle sale cinematografiche un film destinato a passare alla storia per motivi piu’ extra-cinematografici che per reali meriti artistici, ‘The Blair Witch Project – Il mistero della strega di Blair’. Un film basato su una presunta leggenda metropolitana, ma pensato e girato come un falso documentario, come se i protagonisti non fossero degli attori e come se la storia alla base del film fosse vera. E, soprattutto, pubblicizzato sulla ‘giovane’ Internet come se fosse un documentario vero. La prima fake news commerciale.

Costato 60 mila dollari, interpretato da attori non professionisti e diretto da due registi esordienti, Daniel Myrick e Eduardo Sanchez, il film ebbe il merito o la fortuna di uscire quando il pubblico era ancora impreparato a quelle che oggi chiamiamo bufale o fake news. La pellicola incasso’ 248 milioni di dollari, cifra che lo colloca al quinto posto nella classifica dei guadagni piu’ alti nella storia del cinema indipendente, oltre ad essere uno dei film piu’ redditizi della storia: per ogni dollaro speso per produrlo ne sono stati guadagnati 10.931. ‘The Blair Witch Project’ inizia col racconto della presunta sparizione di tre aspiranti registi nell’ottobre del 1994 a Burkittsville, nel Maryland, mentre erano impegnati nelle riprese di un documentario sulla strega di Blair. Le immagini del loro documentario vengono poi ritrovate un anno dopo (usando la terminologia del cinema, si parla di “found footage”, riprese ritrovate). Per tutto il film scorrono le immagini in cui i tre registi, Heather, Michael e Joshua parlano con la gente del posto riguardo la leggenda di una strega responsabile della sparizione di una serie di bambini. Armati di telecamera, i giovani s’inoltrano in una foresta, ma presto registrano segnali inquietanti e presenze spaventose. Il primo a scomparire e’ Josh e poi nella scena finale una sorte simile colpisce gli altri due ragazzi mentre la telecamera, caduta a terra, inquadra il vuoto. La telecamera viene ritrovata un anno dopo e nel filmato e’ documentata la loro storia. Nonostante la trama non particolarmente intricata, il film ebbe successo perche’ costruiva piano piano la paura e perche’ faceva sembrare vero quello che mostrava. Le riprese del film durarono otto giorni e per i tre protagonisti scelti – Heather Donahue, Joshua Leonard, Michael C. Williams – non furono particolarmente piacevoli. I registi li presero, li portarono nel Maryland e, senza mai dire loro che la leggenda era tutta inventata, fecero loro intervistare persone del posto e li fecero avventurare nel bosco, facendo cosi’ apparire la loro paura decisamente vera.  I registi all’inizio volevano usare solo una ventina di minuti delle riprese dei ragazzi e fare il film con immagini e ricostruzioni di altro tipo. Videro pero’ che il girato era venuto molto bene e dopo aver passato diversi giorni a visionare 19 ore di immagini, fecero il film solo con quelle immagini, spesso sfocate e traballanti. Prima e dopo la presentazione del film, arrivo’ il marketing. I registi diffusero in giro e su Internet finti volantini che dicevano che i tre protagonisti erano spariti e alimentarono in ogni modo la leggenda della strega di Blair e il fatto che le immagini del film fossero vere, come la storia che raccontava. Sul sito del film, molto ricco e aggiornato, c’erano, tra le altre cose, finti rapporti di polizia sugli eventi raccontati dal film. Persino IMDb, il piu’ affidabile e grande sito di cinema al mondo, scrisse che i tre protagonisti del film erano “spariti, forse morti”. Diversi giornali hanno parlato di ‘The Blair Witch Project’ come di uno dei primi fenomeni che si possono definire di viral marketing. “E’ la prima, vera tecnobufala perfettamente riuscita. Il primo vero esempio trionfante della potenza di Internet”, scrisse Repubblica alla vigilia della sua uscita in Italia, nel 2000. ‘The Blair Witch Project’ ha poi un altro merito: la strega di Blair non si vede mai, nemmeno per un secondo. Si dice che i registi avrebbero dovuto riprenderla (interpretata da una donna con i capelli arruffati e gli abiti stracciati) ma se ne dimenticarono. Nel 2016 fu realizzato un sequel del film, ‘Blair Witch’, ma la magia della favola nera e il fascino della fake news appartenevano ormai la passato e la pellicola non ha riscosso un grande successo. 

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